De morbis et symptomatis tradotto da Burgundio da Pisa: De egritudine et synthomate

Traduzione dal greco di Burgundio da Pisa


Traduzione completa


Data: 1152-1164


Inc. testo: Primo quidem dicere oportet quid utique egritudinem vocamus


Expl. testo: non oportet prolongare hic igitur et hunc terminemus sermonem


Fonte: Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Barb. lat. 179


Note
Questa traduzione, anonima nei manoscritti, è da attribuirsi a Burgundio da Pisa sulla base dello stile; cfr. Gundert 2009, 89-102, che si è occupata del De sympt. diff.; Fortuna-Urso 2009, 143. Nella stessa edizione del De sympt. diff. Beate Gundert ha dimostrato che la traduzione di Burgundio è rilevante per la costituzione del testo greco, perché basata su un originale andato perduto e indipendente dai mss. greci conservati.
Beate Gundert è in seguito tornata sulla traduzione del De sympt. diff. e delle altre tre opere di Galeno che compongono il De egritudine et synthomate approfondendo lo studio dello stile, e non solo ha confermato la paternità di Burgundio, ma ha proposto anche una cronologia relativa: fu fatta da Burgundio dopo la traduzione del De fide orthodoxa di Giovanni Damasceno del 1153/54 e prima di quella del De loc. aff. di Galeno del 1164/65; cf. Gundert 2013.
Non sembra nota a Bartolomeo da Salerno (XII sec.) che conosce altre traduzioni di Burgundio, ma per quest'opera cita la traduzione dall'arabo, probabilmente di Costantino Africano; cfr. Palmieri 2020.


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Saggi


Autore della scheda: Fortuna (2015; aggiornamento, giugno 2021)